“Il tempo finisce” Bohm e Krishnamurti sull’essenza del sè
Bohm e Krishnamurti: una riflessione sul tempo e l’essenza del sé
“Il tempo finisce” è un libro che unisce le riflessioni di due grandi pensatori del Novecento: David Bohm e Jiddu Krishnamurti. In queste pagine i due autori si confrontano su alcuni dei temi fondamentali della loro visione del mondo, come la natura del tempo, il significato dell’essenza del sé e la possibilità di una trasformazione profonda della mente umana.
Sul concetto di tempo
Il tempo è uno dei concetti più complessi e affascinanti dell’esperienza umana, e Bohm e Krishnamurti cercano di esplorare in profondità la sua natura. Secondo Bohm, il tempo è fondamentalmente una costruzione mentale che ci permette di dare un senso all’esperienza. La mente umana organizza i dati sensoriali che riceve in una sequenza di eventi, e in questo modo crea l’impressione di un flusso temporale continuo. Tuttavia, la realtà stessa non è sottoposta a questa sequenza lineare, ma si presenta come una serie di eventi interconnessi e interdipendenti. In questo senso, il tempo è un’illusione che nasce dalla nostra limitata capacità di percepire e comprendere la realtà.
La trappola del tempo
Krishnamurti, d’altro canto, propone una visione ancora più radicale del tempo. Secondo lui, il tempo è un prodotto della mente che ci impedisce di vivere pienamente il presente. La mente umana è costantemente impegnata a proiettarsi nel futuro o a rimuginare sul passato, senza mai abbandonarsi completamente al momento presente. Questa tendenza ci porta a vivere in uno stato di continua tensione, in cui il presente è percepito solo come un ponte tra il passato e il futuro. Krishnamurti sostiene che solo liberandosi dalla trappola del tempo e immergendosi completamente nel presente si può raggiungere uno stato di pace e di felicità autentica.
Oltre il tempo la natura dell’essenza del sè
Ma la riflessione di Bohm e Krishnamurti va oltre il tempo, per esplorare anche la natura dell’essenza del sé. Secondo Bohm, l’essenza del sé è una sorta di “campo implicate”, un’entità che contiene in sé tutti gli aspetti della nostra esperienza, fisici, emotivi, mentali e spirituali. Questo campo implicate è in costante evoluzione e cambiamento, ma contiene in sé una sorta di ordine che gli permette di mantenere la propria integrità. Krishnamurti, invece, propone una visione più radicale dell’essenza del sé. Secondo lui, l’idea stessa di un sé è un’illusione che nasce dalla nostra mente. Non esiste un nucleo immutabile e individuale all’interno di noi, ma solo un flusso continuo di esperienza che si sviluppa al di là della dualità tra io e non-io.
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“La Mente Quantica” : Goswami tra coscienza e realtà
“Tao della Fisica” : Capra tra scienza e spiritualità
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